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Insogno ed azione - Vanità - Percezione - Esperienza trascendentale e momento storico

Insogno ed azione - Vanità - Percezione - Esperienza trascendentale e momento storico

2 gennaio 2000

Appunti di una chiacchierata con Mario

La conversazione inizia con commenti sul saggio di Mario intitolato “Insogno e azione”, dove si parla delle immagini che fanno da modello e hanno orientato l’azione di Cristoforo Colombo. Mario ha commentato che gli insogni orientano la vita della gente in molte direzioni: in molte occasioni l’insogno punta verso un obiettivo e traccia direzioni di azioni che finiscono per portare a un punto diverso da quello che si stava insognando. Una delle direzioni tracciate dall’insogno arriva a un obiettivo adeguato, anche se si stava cercando qualcosa di diverso. Nella storia ci sono molti casi del genere e molte realizzazioni storiche sono giunte a obiettivi adeguati da insogni che non avevano una relazione diretta con l’obiettivo. Poi Mario si riferisce a Pascal e al suo saggio sulla vanità e spiega come in questo saggio Pascal parli di personaggi del suo tempo e descriva come ognuno di loro abbia un motivo per vantarsi. Il motivo di vanità dei servitori dei vanitosi è proprio quello di lavorare al servizio di un vanitoso. Questi si collocano al centro del mondo; per loro le altre persone non esistono. A partire da questi commenti si spiega la tendenza dell’umanità a considerarsi come qualcosa di unico e centrale e si allude al geocentrismo: prima si credeva che la terra fosse al centro dell’universo. Quando si è dimostrato che le cose non stavano così, si è passati alla pretesa che fossimo l’unica forma di vita nell’universo. Ora che le ricerche fanno sospettare la possibilità di altre forme di vita, la nuova pretesa è che siamo l’unica forma di vita intelligente. Insomma, c’è sempre qualche forma di geocentrismo (la terra come centro dell’universo, la vita sulla terra come unica, la vita intelligente come unica. Insomma, sempre qualche centrismo.) Da qui in poi la conversazione prosegue con domande e risposte.

D: Uno non percepisce che la terra gira intorno al sole, ma che è ferma e il sole si muove da est a ovest. Si sa che le cose non stanno così, però è questo ciò che si registra. Come fare perché il registro coincida con la realtà e non con quello che percepisco della realtà?

M: Quello che si percepisce si impone; non si tratta di far sì che le rappresentazioni di come sono le cose si impongano sulla percezione delle cose, ma di avere un campo di credenze concorde con la realtà, che equilibri la percezione illusoria di tale realtà.

D: Uno si percepisce come il centro di qualcosa. Questo registro è un sistema di impulsi che permette di avere diverse forme di identità. Qual è il problema se uno si registra come una particolarità, un individuo unico, il centro di qualcosa?

M: Non c’è problema nella differenze, nel fatto che siamo tutti diversi, che ognuno è una particolarità. Il problema comincia quando ci si vede come superiori e si vedono gli altri come inferiori. Agendo in base a questo registro si commettono molti abusi. Se le cose si vedono così, il registro di particolarità, accompagnato da quello di superiorità porta ad annientare le altre differenze, a far sparire ciò che è diverso per imporre la propria differenza come unica. Verranno così stabilite necessità diverse e questo avrà conseguenze vitali, sociali, culturali e storiche. Non ci sarebbe problema se fosse soltanto un modo di dire, ma è anche un modo di fare. Questo tipo di azione ha portato alla schiavitù e a tutte le forme di oppressione esercitate su razze, etnie e popoli considerati inferiori. La superiorità e l’inferiorità sono costruzioni umane, che condizionano gruppi umani completi.

D: Che cosa potrebbe aiutare a modificare tutto questo?

M: L’evidenza che la vita intelligente sulla terra non è l’unica forma di vita intelligente nell’universo contribuirà a far perdere all’umanità la sua vanità, sarà un’esperienza integratrice, dove non si potrà portare lo schema di inferiorità e superiorità. Permetterà la revisione di molte delle nostre azioni e ci spingerà a porci domande sul tipo di storia e di vita che abbiamo costruito. A quel punto diremo: “Che idioti siamo stati!”. Questa esperienza permetterà di concepire un altro schema di vita.

D: La vita nell’universo è un fenomeno uniforme?

M: La vita è un fenomeno universale con diverse espressioni. La vita intelligente ha molteplici modi di esprimersi in tutto l’universo.

D: Ci può essere intelligenza senza supporto fisico?

M: Perché credere che se si destruttura la figura fisica della vita anche l’intelligenza che la anima debba sparire? Sono possibili espressioni di intelligenza senza forma fisica, è possibile il registro di intelligenza senza forma fisica, ci possono essere intelligenze che non hanno il supporto organico. Perché credere che tutte le forme di vita intelligente abbiano bisogno per esprimersi di un appoggio chimico del tipo del carbonio o del silicio?

D: Queste intelligenze sono differenti tra di loro?

M: Ci sono molte forme di intelligenza nell’universo e tutte hanno in comune lo stabilire relazioni coerenti e agire in maniera crescente. Non solo relazioni razionali sullo stile di Cartesio. Ci sono leggi metauniversali per l’intelligenza, ciò che è fondamentale nella coscienza umana è valido per tutte le forme di coscienza. Lo schema dell’intenzionalità che lega atti e oggetti di coscienza è universale (Brentano). Questa forma di azione intenzionale da parte di altre intelligenze si vede nelle rappresentazioni degli dei tradizionali attuata dalle culture: nella descrizione vedica di Brahma si osserva lo schema intenzionale che opera (legando atti e oggetti) nel sogno di Brahma (c’era il niente, dorme, sogna e ognuno dei suoi sogni è la creazione di un universo e al risveglio l’universo sparisce: riposo assoluto). I sogni di Brahma sono le immagini disegnatrici che creano mondi (la struttura di atto oggetto che opera nel sogno); quando si sveglia l’universo sparisce. Nel medioevo era tale l’aspettativa collettiva di un mondo nuovo, che queste aspettative crearono, nel sognare individuale, l’immagine che diresse l’azione verso la scoperta di un mondo nuovo. (Cristoforo Colombo) La scoperta di un’altra vita intelligente aiuterà a fare un salto importante.

D: Proseguendo con quello che si è detto le teorie, che descrivono i fenomeni tale e quale come sono, creano un campo di credenze che equilibra la non coincidenza della percezione quotidiana dei fenomeni con la realtà di detti fenomeni,. A questo punto la domanda ora è: Rispetto alla morte, in cui quello che si percepisce è la dissoluzione e la sparizione esistenziale di chi muore, può esserci una teoria che ampli il campo di credenza e permetta un’ubicazione mentale più adeguata rispetto al fatto della morte?

M: L’illusione della percezione della morte non si risolve con teorie, ma con esperienze. L’esperienza della morte ci pone nel campo religioso, nel campo dell’esperienza trascendentale. All’origine delle religioni si trova sempre l’esperienza trascendentale; nel momento della sua irruzione storica, questa produce un impatto tanto forte che, nonostante poi l’esperienza si diluisca e si perda, lascia un’inerzia di tale potenza che le generazioni seguenti creano rituali, chiese, organizzazioni gerarchiche che si mantengono per centinaia e migliaia di anni dopo l’impatto originale. Questo impatto originale è tanto forte che dopo la sparizione fa da supporto a tutto questo che sorge e che non ha niente a che vedere con l’esperienza originale. Prima si ha l’esperienza originale, quindi alcune generazioni cercano di carpirne qualcosa e infine si allontanano e si forma tutta questa sovrastruttura di riti, chiese, gerarchie, ecc. L’esperienza trascendentale attecchisce in un momento storico e passa, influenza profondamente la gente che è contemporanea a questa irruzione trascendentale. Questa irruzione deve essere compatibile con il momento storico; ci sono momenti storici che non permettono il sorgere di questi fenomeni. Quando si apre l’ambiente circostante, queste esperienze sorgono. Quando queste irruzioni si avvicinano inizia a cambiare l’ambiente storico e si producono fenomeni straordinari nello psichismo collettivo, enormemente perturbatori; da questa prospettiva comprendiamo le leggende di cicloni, aeroliti, comete che precedono questi fenomeni. Le allegorie di ciascuna epoca presentano in un modo plastico i cambiamenti drammatici della coscienza collettiva. La trascendenza ha bisogno di condizioni psicosociali per irrompere nella storia umana; questa irruzione influenzerà il tempo particolare di ogni persona. Questa è un’epoca di grandi perturbazioni, questa è un’epoca prereligiosa.

D: Quali sono le condizioni storiche necessarie perché si produca l’irruzione del trascendentale?

M: Si possono definire condizioni quali:

  • La cultura dove si manifesterà il fenomeno sta passando per un processo di destrutturazione accelerata.
  • Questi fenomeni danno origine a una nuova civiltà. Senza questi fenomeni non può sorgere una nuova civiltà.

D: Potresti spiegare a cosa ti riferisci quando parli dell’irruzione del fenomeno trascendentale nella storia?

M: Per riferirci al tema di quello che si conosce come esperienza trascendentale, ricorriamo ad alcuni esempi storici di certi tipi di esperienza che, senza essere trascendentali, possono paragonarsi, per le loro caratteristiche, alle esperienze trascendentali che hanno un impatto su alcuni, influenzano quelli che gli succedono e poi creano un’inerzia sufficiente per continuare con qualcosa che si perpetua nel tempo; vediamo alcuni casi: Nella storia indù ad un certo momento appare tra le divinità il dio Soma; questi acquista rapidamente una tale importanza che gli altri dei vedono diminuire la loro influenza, fino a diventare divinità minori, mentre il dio Soma si trasforma nella divinità massima del Panteon. Ciò che spiega l’ascesa di questo dio e la sua ubicazione centrale è che la gente poteva averne un’esperienza diretta. Non solo si parlava del dio, ma si poteva anche sentirlo ed entrare in contatto con lui. Questo contatto era possibile grazie al fatto che i sacerdoti, coloro che stavano in contatto con il dio Soma, potevano abilitare la gente al contatto con questo dio. I sacerdoti raccontavano alla gente che cosa era stare con il dio e inoltre la abilitavano perché prendesse contatto con il dio Soma. Per questo i sacerdoti realizzavano certi rituali, dove la gente andava con dei catini in cui i sacerdoti urinavano; i presenti bevevano l’urina dell’“uomo santo” e in poco tempo sperimentavano la presenza del dio Soma. Quanto è stato detto si spiega con il fatto che il soma era una bevanda con potere allucinogeno che veniva ingerita dai sacerdoti (per questo avevano l’esperienza). I principi psicoattivi di questa sostanza passavano nell’urina senza essere metabolizzati; chi assisteva alla cerimonia del soma, nel bere l’urina del sacerdote aveva a sua volta l’esperienza. Grazie alla bevanda del soma, la casta sacerdotale aveva accesso ad un’esperienza allucinogena. Questa bevanda, per le sue proprietà chimiche, conserva il suo potere psicoattivo nell’urina, permettendo a chi la beve di sperimentare un’esperienza di forte impatto. L’esperienza del dio Soma veniva amministrata dai sacerdoti (che poterono così creare una potente casta sacerdotale); con il trascorrere del tempo queste esperienze non si sono più verificate, ma ci si limitava a parlarne, si descriveva l’esperienza di prendere contatto con il dio Soma. Prima c’è l’esperienza, quindi quando questa cessa di essere esperienza, il suo ricordo è abbastanza intenso da creare un punto generatore di tutta la sovrastruttura che si formerà e che durerà nel tempo molto più in la del momento della sua manifestazione originale. Casi simili di attivazione di forti esperienze, prodotte dal consumo di sostanze, si sono prodotti intorno al culto di Dionisio. Senza l’appoggio delle esperienze prodotte dalle sostanze in gioco, queste forme non sarebbero andate più in là del loro momento. In tutti questi casi si producevano forti esperienze psicologiche, che si avvicinavano a quello che si potrebbe presentare in un’esperienza trascendentale. Queste esperienze permettevano di intuire quella che potrebbe essere l’azione di un dio; permettevano di avere intuizioni circa la realtà (diversa da quella quotidiana) di cui si stava parlando. Al praticante rimaneva chiaro che questi mondi e dei di cui gli parlavano erano possibili, che non erano solo discorsi. Prima di avere l’esperienza, l’accettazione di tutto questo non esisteva.

D: Negli esempi specifici e particolari che hai dato, le persone comuni avevano accesso a queste esperienze di grande impatto grazie all’ingestione di alcune sostanze psicoattive. E’ possibile avere accesso a questo tipo di esperienze psicologiche di forte impatto, che dispongono ad accettare l’esistenza di altre realtà, senza ricorrere a sostanze psicoattive?

M: Si è possibile, ricordate storicamente cose come: “Io ti insegnerò a pregare e tu farai quello che ti dico, se vuoi avere accesso a questo tipo di esperienza”. Sarebbe un po’ come dire: “Io, per il potere della parola, ti insegnerò a liberare endorfine e se vuoi avere accesso a questo tipo di esperienza tu farai come ti dico. Potrai discutere o no, però se vuoi avere l’esperienza farai quello che ti dico senza discutere”. Con queste forme, senza l’uso di sostanze chimiche, avrai accesso a certi registri di tipo psicologico che ti porranno in risonanza con un altro tipo di esperienze, diverse dalle esperienze quotidiane. E’ questo tipo di esperienze in un certo momento storico, quello che crea un grande impatto nella popolazione. Ci sono diverse forme di mettere in una risonanza minima il cretinismo.

D: Queste esperienze senza sostanze e di alto impatto psicologico sono esperienze trascendentali?

M: No, queste esperienze non sono trascendentali, però ti permettono di renderti conto che ci sono altre realtà. Queste esperienze hanno un forte impatto, un impatto esistenziale, sulla tua vita, ti creano un’esplosione. Tutte queste esperienze sono corporali, ti liberano endorfine: la preghiera ha a che fare con il corpo, le esperienze psicologiche impattanti hanno a che vedere con il corpo.

D: Tutto ciò che sta succedendo: stranezze, superstizioni, magia, ecc. e tutto questo stato prereligioso in sviluppo, solo questo basta perché ci sia un cambiamento?

M: No, perché qui non c’è una coscienza direzionata, la coscienza si trova in uno stato passivo, sta subendo queste perturbazioni, non le sta direzionando. L’importante qui è una direzione che serva a tutti; qui bisogna dare un messaggio, qui bisogna dare un contributo Parallelamente a tutte le stranezze, sta crollando e si sta distruggendo la vita della gente: problemi economici, sociali, Questa distruzione ha molte diverse espressioni, dalla guerra in Cecenia fino a quello che si suicida lanciandosi dal quinto piano. Non si stanno verificando solo perturbazioni psicologiche, è qualcosa di molto più grave. Qua c’è bisogno di un contributo.

D: Allora, le esperienze di cui parlavi sono sufficienti?

M: Queste esperienze da sole non sono sufficienti. Queste esperienze hanno la grande virtù di sensibilizzare le persone verso un racconto trascendentale. Ci vuole un racconto trascendentale. Senza l’esperienza che dispone la gente ad ascoltarlo e a permettergli di dare direzione alla sua vita, il racconto da solo non sarà sufficiente. Queste esperienze permettono di avvertire che ci sono altre cose, per questo sono esperienze molto importanti. Esperienze accompagnate da una racconto che ha a che vedere con la trascendenza.

D: Questo racconto diventa un mito di fondazione?

M: No, è la realtà, rimane come una realtà. Chi introduce il tema appare sempre come un dio, o l’inviato di dio, o il figlio di dio, o il profeta di dio, cioè come qualcuno che sa come stanno le cose. Il racconto narra una cosa che dà direzione, che avvicina alla trascendenza. Nella misura in cui si avvicina il tempo storico (non quello mitico) dell’irruzione della trascendenza appaiono miracoli, prodigi, cose strane; in seguito, quando il fenomeno si allontana nel tempo, queste cose non succedono più. I miracoli, i prodigi e le altre cose che secondo le descrizioni hanno accompagnato i tempi storici prossimi ad un’irruzione di questo tipo sono fatti reali, sono accaduti veramente. Abbiamo bisogno: di un mondo destrutturato, che si producano queste esperienze e di un racconto. Si dirà quello che si deve dire, in un momento storico preciso, non prima, né dopo.